Villa Massimo ed il suo restauro. Alla scoperta di un gioiello architettonico sconosciuto del Diciannovesimo Municipio |
Immersa nel verde, difficile da scoprire perché nascosta dalla Chiesa Parrocchiale di San Fulgenzio e da altri edifici Villa Massimo alla Balduina è tornata al suo antico splendore dopo il restauro diretto da Tancredi Carunchio, professore della Facoltà di Architettura Ludovico Quaroni dell’Università La Sapienza.
Stretta tra altre costruzioni, confinante con zone adibite ad attività sportive ed alberghiere e con una grande aerea verde, che un tempo faceva parte del giardino della Villa e che ora è degradata a squallido deposito di materiali edili, la costruzione ci ricorda la storia delle antiche ville romane, dall’epoca ellenistica fino a quelle edificate in epoca rinascimentale e barocca.
La Villa è oggi adibita alle attività pastorali della Parrocchia, che è guidata da don Giorgio Alessandrini.
I lavori di restauro (la cui spesa verrà completamente sostenuta dai fedeli) sono stati illustrati dall’Architetto Carunchio nel pomeriggio del 16 maggio nel corso di una conversazione che è stata seguita da una visita guidata.
L’iniziativa è stata promossa dall’Associazione Civica Roma 19 di recente costituzione nel quadro del programma Primavera 2009.
Villa Massimo, villa di campagna, costruita dall’omonima famiglia nei primi del 1700, fu realizzata su una fabbrica preesistente del ‘500.
La facciata, che richiama elementi architettonici presenti nei palazzi nei pressi di S. Ignazio e nella canonica di Santa Maria in Trastevere, ha il portale caratterizzato dalla presenza di due colonne in marmo cipollino.
Nel corso della conversazione il relatore ha ricordato come si è sviluppata l’idea della Villa di campagna e che tutte le ville del Rinascimento nascono dal prototipo di villa dell’antica Roma di cui si hanno testimonianze in Catone, Varrone, Seneca, Cicerone e infine in Vitruvio che illustra i corretti rapporti tra le dimensioni finalizzati ad costruzione a "misura d’uomo".
Tra i prototipi rinascimentali vanno ricordate di Fiesole, la Casina del cardinal Bessarione, Villa Madama e Villa Lante a Roma che rappresentano la continuità di uno stile architettonico nato in Toscana e propagatosi a Roma.
Villa Massimo si colloca all’interno di questa tradizione.
Dopo la conversazione gli intervenuti hanno potuto visitare il giardino ed intrattenersi in maniera informale con l’Architetto per ulteriori approfondimenti.
Nel corso dell’incontro la Presidente dell’Associazione, la signora Delizia Mazzotti, ha sottolineato come l’attività a Villa Massimo, che segue la visita all’Osservatorio e Museo Astronomico del 23 aprile e precede quella al Museo della Mente di sabato 23 maggio rappresenti non solo un modo diverso per trascorrere un pomeriggio del sabato, ma anche una via per accrescere la conoscenza del territorio e sviluppare una maggior partecipazione e consapevolezza al suo contesto umano e sociale.
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